Eli, giovane ebreo proveniente da una famiglia di poeti di Narbona, si reca in una cittadina vicino a Toledo per prendere parte alla cerimonia del bar-mizvah del figlio del rabbino.
Siamo alla fine del 15 secolo: i re cattolici, Isabella di Castiglia e Ferdinando dAragona, stringono dassedio la citta di Granada, difesa dai Mori; lInquisizione getta la sua nera ombra su tutta la Spagna, ma in particolare sulla comunita ebraica; gli ebrei vivono asserragliati nei ghetti mentre fuori da quelle mura sfilano le minacciose processioni irte di croci, lance e ceri neri, bruciano i roghi, i monaci aizzano la folla assetata di sangue e di purificazione. Gli ambienti, i colori, i rossi, i neri, gli ori, le penombre e le luci, i costumi di questa Spagna drammatica evocano il nome di Rembrandt.
Eli, il protagonista del romanzo, giunge nel barrio ebraico per organizzare una rivolta degli ebrei contro lo strapotere dellInquisizione. Cerca altre persone disposte ad attentare alla vita dellinquisitore, dopo che questi ha condannato al rogo alcuni ebrei convertiti al cristianesimo, accusati di essere rimasti segretamente fedeli alla loro antica religione. Ma incontra difficolta anche tra la sua gente, oltre che tra gli arabi cui egli si rivolge per unalleanza contro il comune nemico. Di tradimenti, paure, sospetti, e lastricata la strada della ribellione. E anche il suo amore per una giovane cristiana non ha diritto di esistere. Il suo popolo e diviso: i semplici lo ammirano e lo sostengono, ma i capi, i rabbini, troppo spesso si perdono in dispute dotte e cavillose o nei meandri della kabbala. Come un grande eroe tragico, Eli e solo davanti al suo gesto.
Giorgio Origlia